Nell’edificio della Biscotteria dove attualmente si trova l’ufficio scuola nel 1761 erano ubicati i locali della sede del Monte di Pietà di Portoferraio .Lo fa sapere la didascalìa di una pianta della Biscotteria di quell’epoca. dove la sede del Monte di Pietà viene indicata con la lettera E .(vedi rilievo piano terra biscotteria)
Nel 1762 gli umilisssimi servitori e sudditi deputati ai Monti Pii della giurisprudenza e dominio fiorentino,da cui dipende il Monte Pio di Portoferraio,supplicano la “Sacra Cesarea Maestà”per poter aver la possibilità di allargare i locali dove opera questo Monte Pio in Portoferraio perché quelli siti nella biscotteria sono diventati insufficienti.
Roberto de Ricci,soprassindaco,Antonio Franceschi,provveditore,Giovanni Pandolfini, cancelliere chiedono
poter aver la possibilità di allargare i locali dove opera il Monte Pio di Portoferraio .
Affermano che “ il Cancelliere di Portoferraio ha prospettato alla nostra popolazione l’acquisto di una porzione di terreno ed una casa appartenente allo Scrittoio delle fortificazioni di Portoferraio che presentemente è goduta da Filippo Giannetti come munizioniere di quella Fortezza ,quale ricercato del suo assenso,cederebbe di buon animo previa la benigna permissione della C.M.I. detta porzione di terreno per servire del Monte Pio.
E lo stesso consenso è stato ancora prestato dal Tenente Colonnello de Baillon sentito da detto Cancelliere mentre si trovava in Firenze, mentre possa aversi l’ingresso al suddetto quartiere del Giannetti da altra porta.”
Con tale acquisizione il Monte avrebbe potuto godere non solo di un più ampio spazio ma anche di una attività funzionale migliore evitando la confusione che è presente nel ricovero di biancherie,ori e argenti ed anche “una confusione in pregiudizio non meno del Massaio del Monte che dei poveri Impegnanti”che vi lavorano. Se però la supplica dei postulanti non avesse buon fine chiedono di non aggravare il Monte Pio di un affitto maggiore
Si tratta di documento interessante perché la richiesta di allargare i locali dove il Monte Pio opera attesta come l’attività dei pegni del Monte Di Pietà sia aomentata alla fine del secolo diciottesimo dopo quasi cento anni dalla nascita
“ Sacra Cesarea Maestà
Il Monte Pio di Portoferraio si trova in tale strettezza ed angustia di abitazione per non aver altro che un piccolo ingresso e due piccole stanze una delle quali serve per ricovero delle biancherie,ori,argenti e l’altra dei rami a segno tale che essendo quelle già ripiene dei Pegni fatti non vi ha luogo da disporre i Pegni che nuovamente si fanno e mescolandosi perciò i Pegni da rifinire con questi ne nasce un disordine ed una confusione in pregiudizio non meno del Massaio del Monte che dei poveri Impegnanti.
Per apporvi l’opportuno riparo il Cancelliere di Portoferraio ha prospettato alla nostra popolazione l’acquisto di una porzione di terreno ed una casa appartenente allo Scrittoio delle fortificazioni di Portoferraio che presentemente è goduta da Filippo Giannetti come munizioniere di quella Fortezza ,quale ricercato del suo assenso,cederebbe di buon animo previa la benigna permissione della C.M.I. detta porzione di terreno per servire del Monte Pio.
E lo stesso consenso è stato ancora prestato dal Tenente Colonnello de Baillon sentito da detto Cancelliere mentre si trovava in Firenze, mentre possa aversi l’ingresso al suddetto quartiere del Giannetti da altra porta.
Con tale acquisto potrà ingrandirsi l’abitazione del predetto Monte ed aversi tutto il comodo di riporre in luoghi distinti e separati i pegni che si rifiniscono e quelli che vengono nuovamente fatti.
Riflettendo noi pertanto al preciso bisogno in cui si trova il Monte Pio di ampliare le stanze del medesimo si in rapporto alla collocazione e custodia dei pegni come alla separazione dei ministri di esso che finora sono stati assieme con quelli dello scrittoio lo che reca qualche confusione credrebbamo necessario l’acquisto della suddetta porzione di terreno onde occorrendomi il supremo assenso della M.I. per ( ) questo luogo allo Scrittoio delle Fortificazioni di detto porto,ne umiliamo a V.M.I. le nostre suppliche perché si degni dare a chi occorre la facoltà di concedere detta porzione di terreno per l’uso suddetto nel modo e forma che viene delineato nell’annessa pianta
Ma perché gli assegnamenti di detto Monte Pio sono così limitati e ristretti che non permettono di fare grave (...) per la qua ragione anco i Ministri del medesimo ritirano ( ) così quando la clemenza della MV non volesse degnarsi di accordare detta porzione di terreno gratuitamente crederebbamo in tal caso che non dovesse aggravarsi il Monte di una maggiore pigione di lire 12 l’anno in conformità della stima e valutazione di detto terreno fatta are da quel Cancelliere dal Capo Maestro Malfante.
E in attenzione dei comandi della M.V.C. profondamente inchinati all’Imperial Suo trono ci diamo l’onore di baciargli l’ I. Manto
Di V I. C.M.
Dall’Uffizio 18 gennaio 1762
Uml.ssimi Serv.ri e Sudd.ti
I Deputati sopra i Monti Pii della Giurisprudenza e Dominio Fiorentino
Roberto De Ricci Sopr.co e Dep.to
Antonio Franceschi Prov.re e Dep.to
Giovanni Pandolfini Cancelliere
Il Marchese Botta Adorno e Guadagni risponde positivamente per la Sacra Cesarea Maestà:
“Concedesi nel modo e con le condizioni che si propongono, e che per la suddetta occupazione si paghi l’annua pigione di lire dodici.
Fatto in Firenze lì 20 gennaio 1762
Marchese Botta Adorno
e Guadagni“
(Filza “Lettere dal Monte Pio, Abbondanza et altro 1755-1767”.C19 .Archivio preunitario. Carteggio del cancelliere.Corrispondenza con Firenze) . Senza numero di pagina.Archivio storico comune Portoferraio)
MARCELLO CAMICI